Integrare la coltivazione di olive e l’allevamento ovino per una maggiore sostenibilità

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Un esempio emblematico di sostenibilità agricola proviene dal Brasile, dove l’integrazione tra la coltivazione di olive e l’allevamento ovino non solo soddisfa le esigenze di mercato, ma si rivela anche un potente strumento per ridurre le emissioni di gas serra e migliorare l’uso delle risorse naturali. Un modello di agricoltura sinergica in grado di dimostrare come pratiche innovative possano portare a benefici ambientali ed economici significativi.
Lo studio pionieristico
Uno studio pionieristico intitolato “Integration between olive cultivation and sheep farming in Brazil: Carbon footprint mitigation potential”, condotto dalla Universidade Federal do Pampa (UNIPAMPA) e dalla University College Dublin, ha analizzato l’impronta di carbonio di questa combinazione agricola. La ricerca offre una dettagliata analisi dei vantaggi ambientali ed economici derivanti dall’integrazione tra olivicoltura e allevamento ovino.
L’agricoltura e l’allevamento sono tra i principali contributori alle emissioni di gas serra, in particolare di metano (CH4) e protossido di azoto (N2O). Emissioni che derivano principalmente dalla digestione degli animali e dall’uso di fertilizzanti sintetici. L’integrazione della coltivazione di olivi e dell’allevamento di pecore in un’unica area rappresenta una valida alternativa ai sistemi di monocultura e allevamento intensivo. Secondo lo studio, questo approccio non solo riduce le emissioni di gas serra e il consumo di acqua, ma migliora anche il riciclo dei nutrienti e aumenta la produttività del suolo, riducendo la pressione sulla deforestazione. Le pecore, pascolando tra gli ulivi, contribuiscono alla fertilità del suolo attraverso la naturale dispersione dei loro escrementi, riducendo così la necessità di fertilizzanti chimici.
Risultati della ricerca
Il primo studio sulla valutazione del ciclo di vita (LCA) della sinergia tra olivicoltura e allevamento ovino in Brasile ha rivelato risultati promettenti. Il sistema convenzionale ha mostrato un impatto sul riscaldamento globale di 6,8 kg di CO2eq per litro di olio d’oliva e per chilogrammo di peso animale. L’integrazione tra olivicoltura e allevamento ovino ha dimostrato un potenziale di mitigazione del 27,7%, riducendo l’impatto a 4,92 kg di CO2eq.
L’utilizzo delle pecore come “fertilizzatori naturali” non solo riduce le emissioni associate alla produzione e all’uso di fertilizzanti sintetici, ma diversifica anche le fonti di reddito per gli agricoltori, rafforzando la resilienza economica delle aziende agricole. Questo approccio integrato dimostra che è possibile ottenere significativi benefici ambientali ed economici attraverso pratiche agricole sostenibili.
Lo studio condotto evidenzia come l’innovazione in agricoltura possa portare a soluzioni valide che rispondano alle sfide ambientali, alla salute collettiva e al miglioramento dell’efficienza delle risorse. L’integrazione tra olivicoltura e allevamento ovino rappresenta un modello virtuoso da seguire, non solo in Brasile ma anche in altre regioni del mondo, per promuovere un’agricoltura più sostenibile e resiliente.